La Nobile Contrada del Nicchio ha acquisito la custodia della chiesa di Santo Spirito. L’atto è stato formalizzato lo scorso 9 marzo, in una cerimonia pubblica che si è tenuta all’interno della chiesa stessa, e rappresenta la concretizzazione di un accordo tra Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino e Nobile Contrada del Nicchio. L’atto di comodato d’uso gratuito è stato firmato dal parroco di San Martino, don Roberto Bianchini, e dall’onorando priore Davide Losi, alla presenza di don Enrico Grassini, direttore dell’Ufficio Beni culturali ecclesiastici dell’Arcidiocesi.
«Auspico che questo sia il modo più idoneo per “far vivere” un luogo architettonicamente, artisticamente e storicamente rilevante – ha detto don Roberto consegnano le chiavi all’onorando priore -. Si tratta di un luogo da restituire alla città, ai visitatori e ai nicchiaioli, attraverso l’impegno della Contrada in prima persona. Tuttavia, Santo Spirito è e rimane una chiesa. In quanto tale – ha proseguito don Roberto – continua a rappresentare uno spazio di raccoglimento e di preghiera per chiunque, a partire da quanti si apprestano a visitare i detenuti dell’attiguo carcere».
«Per chi è contradaiolo – ha commentato l’onorando priore Davide Losi -, l’idea di custodire porta con sé la volontà di conservare, preservare e tramandare beni e valori a chi verrà dopo di noi. Con la concessione di Santo Spirito, il Nicchio si è impegnato a custodirne la storia secolare e a preservarne quella artistica, dato che l’edificio è uno degli scrigni artistici e storici più preziosi che la Chiesa senese custodisca. Con questo atto – ha proseguito il priore -, ci inseriamo in questa storia, con profondo senso di responsabilità e rispetto. A volte si ha l’impressione che il senso profondo di essere Contrada sia legato anche a certi luoghi e che, solo custodendoli, possiamo realizzare la nostra aspirazione (che poi è un filo conduttore di tutta la città di Siena) di creare un modello migliore di relazioni sociali. Ecco perché è stato così importante questo atto – ha concluso Losi -, perché la Contrada è la migliore custode possibile di ciò che ha in sé».