Nobile Contrada del Nicchio

L’Oratorio

Quando nel luglio 1685 i nicchiaioli, desiderosi di officiare nella loro nuova chiesa, la cui struttura era stata terminata in primavera dopo circa due anni di lavori, inviano una lettera all’arcivescovo Leonardo Marsili dove «supplicano di permetterli possino farla benedire (…) ordinando fratanto sia riconosciuta e visitata», l’Oratorio di San Gaetano Thiene appare come un’unica aula spoglia, dotata solo degli arredi fondamentali per l’attività liturgica.
 
Le spese affrontate dalla Contrada per i lavori strutturali iniziati nel 1683 erano state molto gravose, soprattutto per gli abitanti di un rione come quello dei Pispini, per la maggior parte popolare, abitato da artigiani e gente comune, non certo disseminato di palazzi signorili. Altrettanto gravosi furono i lavori di completamento degli interni. Ciononostante la Contrada, che, come pochissime altre consorelle, costruì autonomamente il proprio oratorio, commissionò la decorazione degli interni ad alcuni dei maggiori artisti presenti in città in quel periodo.
 
I primi ornamenti artistici ad essere realizzati furono gli stucchi, il cui scopo era quello di incorniciare e completare il programma iconografico di episodi della vita di San Gaetano pensato per gli interni. Il progetto fu affidato fin dal 1686 a Giacomo Franchini, il quale, oltre alle cornici e gli stucchi (realizzati tra il 1703 ed il 1705), progettò anche le quattro nicchie laterali (due per lato), “riempite” successivamente dalle statue in stucco, realizzate dallo stesso Franchini e rappresentanti San Vincenzo Ferreri e il beato Giovanni Colombini a destra, il beato Ambrogio Sansedoni e San Gaetano Thiene a sinistra. Ai lati dell’altare furono invece posizionate le statue dei due santi senesi Santa Caterina e San Bernardino (rappresentato mentre calpesta tre mitre, simbolo del suo rifiuto all’offerta di guidare i vescovadi di Siena, Ferrara e Urbino).

Le due grandi cornici delle pareti laterali opera del Franchini furono più tardi affrescate con due episodi della vita di San Gaetano: a destra guardando l’altare “San Gaetano che porta i sacramenti agli appestati”, e a sinistra “San Gaetano che distribuisce il pane ai poveri”.
Nel presbiterio, invece, sono dipinte altre due scene della vita del santo, sempre riconducibili alla sua opera a favore dei poveri e bisognosi: a sinistra “San Gaetano che ha la visione di Cristo che gli offre il suo cuore”, e a destra “San Gaetano libera un’ossessa”. Nella volta, invece, spicca “San Gaetano in gloria con la Trinità e gli angeli”, mentre nei pennacchi di sostegno troviamo le quattro virtù teologali (Fortezza, Giustizia, Prudenza e Temperanza).
 
Anche la controfacciata era originariamente abbellita con un affresco, rovinato quasi completamente intorno al 1834 quando fu realizzata la cantoria dell’organo, tanto da non riconoscerne il soggetto. Secondo Ettore Romagnoli avrebbe rappresentato “San Gaetano che cura i malati all’ospedale”. Infine sulla volta della navata è visibile un “San Gaetano che presenta a Clemente VII la regola della Congregazione dei Teatini”.

L’intero apparato pittorico dell’oratorio viene tradizionalmente ascritto a Giuseppe Nicola Nasini (Castel del Piano 1657 – Siena 1736) e alla sua bottega, in primis al figlio Apollonio (Firenze 1692 – Siena 1768), ossia al maggiore artista del territorio senese tra fine ‘600 e prima metà del ‘700, che visse il suo momento migliore, sia a livello di prestigiose committenze che di qualità artistica, tra l’ultimo decennio del XVII secolo e i primissimi anni di quello successivo. L’apparato pittorico dell’oratorio fu completato dall’unica opera non commissionata ai Nasini, la grande tela di Vincenzo Passeri, datata intorno al 1710 ed elevata sopra l’altare maggiore, come riportato da fonti settecentesche.
 
Nel 1825 la tela del Passeri fu sostituita da una nuova commissionata al pittore romano Luigi Boschi che ritrasse “San Gaetano perseguitato durante il sacco di Roma”. La tela in questione, rimossa dopo la ristrutturazione dell’oratorio avvenuta nel 2002 lasciando a vista il “Trono delle Quarantore per l’esposizione del Santissimo Sacramento”, è stata recentemente restaurata e ricollocata nella sua posizione originaria nel 2019.
 
Nell’altare di sinistra è posizionato l’olio su tela raffigurante una Madonna col Bambino attribuita al pittore e sacerdote senese Tommaso Bonechi, risalente al periodo tra il 1761 e il 1768. L’organo dell’oratorio fu costruito dal pistoiese Giosuè Agati nel 1834 e venne collocato nella controfacciata su di una cantoria circoscritta da una balaustra.

La storia della decorazione dell’oratorio di San Gaetano Thiene, qui brevemente riassunta, dà la misura di quanto gli abitanti di un rione popolare si siano adoperati nei secoli per costruire un luogo di culto che sarebbe stato, da lì ai secoli a venire, anche lo scenario delle adunanze e delle assemblee di Contrada. Un luogo dove, nel tempo, sono state prese decisioni cruciali per le sorti della Nobile Contrada del Nicchio.

A cura di Gaia Petreni e Edoardo Cerretani